Descrizione
Edificato da Federico da Montefeltro a partire dal 1464 come sede ducale in Fossombrone, l’edificio si presenta oggi come un volume imponente nella sua mole, posto a cerniera fra la parte più antica della città (Cittadella) e i quartieri rinascimentali e sei-settecenteschi.
Risulta costituito da più corpi: uno centrale più basso, affiancato da due volumi emergenti: il loggiato pensile ad est ed il salone del teatro ad ovest, cui si collega un quarto corpo rimasto incompiuto.
Il nucleo originario, costituto dalla porzione centrale dell'attuale complesso, è caratterizzato da un'estrema severità formale, dovuta ad elementi ancora tipici dell'architettura medievale. Ben presto però si sentì l'esigenza di qualificare maggiormente il palazzo, ridistribuendo secondo uno schema simmetrico gli ambienti del piano nobile e dotandoli dei bei soffitti lignei tuttora conservati.
Con Guidubaldo I e la moglie Elisabetta Gonzaga l'edificio assunse il ruolo di residenza pressoché abituale della corte. L'originario nucleo venne allora ampliato ad oriente con un corpo coronato da loggia e ad occidente con l'ampio ambiente destinato a sala di rappresentanza ed a teatro, come attestano le tracce di scenografie ancora presenti sulla parete di fondo.
L'edificio ebbe un ulteriore sviluppo negli ultimi anni del XV secolo con la costruzione di un'ala disposta ortogonalmente all'altezza del teatro, attraversata da due androni. Questo ulteriore intervento edilizio, che con grandi aperture, portici e terrazzamenti apriva il palazzo verso lo spazio circostante, non fu mai completato per le vicissitudini attraversate dal ducato urbinate agli inizi del '500 e per la morte di Francesco di Giorgio Martini, la cui mano è riconoscibile nei vari stadi di accrescimento dell'edificio, avvenuti nel corso di un trentennio.
La Corte Alta, che vide spesso Federico fra le sue mura e dove il figlio Guidubaldo morì, andò poi soggetta ad un progressivo abbandono e fu spogliata dei suoi arredi e delle sue decorazioni architettoniche. A testimonianza del suo splendore restano oggi, nel piano nobile, i bei soffitti lignei con consistenti tracce della policromia originaria (motivi floreali, stemmi ducali, scritte : FE DVX), i camini, l’ampio fondale da teatro con ruderi antichi, edifici e motivi paesistici.
L’edificio è oggi sede del Museo Archeologico e della Pinacoteca Civica "A. Vernarecci".
Ingressi alle strutture: su chiamata. Rivolgersi a Punto IAT: Tel. 0721 723263 – Cell. 340 8245162